Semiramide in Ascalona, Vienna, van Ghelen, 1725

 SEMIRAMIDE IN ASCALONA
 
    Dramma per musica da rappresentarsi nel giardino dell’imperial Favorita, festeggiandosi il felicissimo giorno natalizio della sacra, cesarea e cattolica real maestà di Elisabetta Cristina, imperadrice regnante, per comando della sacra, cesarea e cattolica real maestà di Carlo VI, imperadore de’ Romani sempre augusto, l’anno MDCCXXV.
    La poesia è del signor Apostolo Zeno, poeta ed istorico di sua maestà cesarea e cattolica. La musica è del signor Antonio Caldara, vicemaestro di cappella di sua maestà cesarea e cattolica.
    Appresso Giovanni Pietro van Ghelen, stampatore di corte di sua maestà cesarea e cattolica.
 
 ARGOMENTO
 
    Semiramide, che fu moglie di Nino e regnò sugli Assiri dopo la morte di lui, fu nativa di Ascalona, città antica e nobile della Siria, il che non solo da più scrittori viene asserito ma confermato ancora da molte medaglie, quivi battute in tempo degl’imperadori romani, nelle quali ella si vede scolpita. Fu creduto che suo padre fosse un certo Simma, pastore di quel contorno, al quale io do il nome finto di Simmandio, scoprendolo poi per Oropaste, già principe di Ascalona, donde in sua giovanezza era stato cacciato da Nino suo vincitore. Semiramide fu prima amante e anche veramente moglie di Mennone che era governatore della Siria e uno de’ satrapi principali e favoriti di Nino. Passò ella dipoi, vivente Mennone e in tempo che la guerra faceasi contra i Battriani, alle seconde nozze con Nino, il quale, per racconsolarlo di tal perdita, gli offerse in moglie una propria figliuola che però nel dramma si finge esser sorella di Nino; ma Mennone, spinto dalla disperazione e dalla gelosia, s’impiccò con un laccio. Questo argomento, tratto in parte da Diodoro (libro II), da Giustino e da altri, è il principale fondamento del dramma, dove si frappongono, ad arricchirne il viluppo, gli amori di Belesa, di Arbace e di Aliso.
    La scena è nelle campagne di Ascalona, presso al tempio di Venere Urania.
 
 ATTORI
 
 NINO re di Assiria, amante di Semiramide
 SEMIRAMIDE figliuola di Simmandio, sposa promessa di Mennone ma amante di Nino
 BELESA sorella di Nino, amante di Arbace
 SIMMANDIO pastor di Ascalona, padre di Semiramide ma che infine si scuopre per Oropaste, già principe di quella città
 MENNONE generale e favorito di Nino, sposo promesso di Semiramide ma amante di Belesa
 ARBACE principe de’ Medi, amante di Belesa
 ALISO capo de’ pastori di Ascalona, amante di Semiramide
 
 COMPARSE
 
    Di assiri con Nino, di ninfe con Semiramide, di soldati siri con Mennone, di pastori egizi con Simmandio, di pastori ascaloniti con Aliso, paggi con Semiramide, paggi con Belesa.
 
 MUTAZIONI
 
    Nell’atto primo: campagna di Ascalona con colline deliziose in lontano.
    Nell’atto secondo: grottesca deliziosa.
    Nell’atto terzo: recinto di gabinetti di verdura.
    Nell’atto quarto: cortile del palazzo di Nino.
    Nell’atto quinto: facciata del tempio di Venere Urania con logge all’intorno, ornate di rose e di mirti.
    Le scene sono rara invenzione del signor Giuseppe Galli Bibiena, primo ingegnere teatrale e architetto di sua maestà cesarea e cattolica.
 
 BALLI
 
    In fine del primo atto: ballo di pastori, che escono dal piano, e di montanari che scendono dal colle.
    In fine del terzo atto: ballo di giardinieri e di selvaggi.
    In fine del quinto atto: ballo di custodi del tempio di Venere.
    Il primo e terzo ballo furono vagamente concertati dal signor Alessandro Philebois, maestro di ballo di sua maestà cesarea e cattolica. Il secondo ballo fu altresì vagamente concertato dal signor Simone Pietro Levassori della Motta, maestro di ballo di sua maestà cesarea e cattolica, con l’arie per li detti balli del signor Niccola Matteis, direttore della musica instrumentale di sua maestà cesarea e cattolica.